Maria SS. d'Alemanna


Salve a tutti, nei precedenti post vi ho raccontato e descritto una delle piazze più importanti di Gela, Piazza Umberto I, e la chiesa lì presente: la Chiesa Madre, dedicata a Maria SS. d'Alemanna, nostra Matrona (o Patrona). In anni addietro la nostra Chiesa Madre era infatti denominata Maria SS. d'Alemanna, nome in disuso ma ancora conosciuto tra i concittadini. Qui sotto vi narrerò la storia della nostra Madre con dei cenni alla sua ubicazione.
Buona lettura!!



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Accanto alla stazione ferroviaria gelese, ad alcune centinaia di metri a nord, troviamo la Chiesa di Maria Santissima dell'Alemanna, nota anche come la Chiesa "d'a Maronna a manna", costruita intorno al 1190. La data è da risalire alla parete in cui si trova l'antichissima acquasantiera, realizzata in stile romanico ed appunto di quell'epoca dovrebbe essere anche la costruzione della chiesa che, con l'annesso convento, sorretta dall'Ordine dei Cavalieri Teutonici in cui priorato sorse ad opera di Federico II nel 1220. 

L’icona della Madonna fu portata a Geladai Cavalieri dell’Ordine Teutonico e, secondo la testimonianza dell’abate Rocco Pirro, il culto a Maria SS. D’Alemanna trae la sua origine proprio dai Teutonici. I Teutonici furono chiamati nell’isola Alemanni (nell’uso poetico e letterario col nome di Alemanni si trovano spesso indicati i Tedeschi), e perciò la chiesa di Santa Maria dei Teutonici era la chiesa di Santa Maria degli alemanni o dell’Alemanna.

I racconti popolari, tramandati da generazione in generazioni, parlano del rinvenimento della venerata icona di Maria SS. d’Alemanna in un modo miracoloso intorno al 1476. Si narra infatti che un contadino mentre arava la terra si accorse che i suoi buoi non proseguivano più; pensando che si trattasse di un ostacolo proveniente da qualche corpo duro sottostante il terreno, il contadino si mise a scavare, anche con la segreta speranza di trovare un tesoro nascosto, ma quale non fu la sua meraviglia quando le sue mani cominciarono a tirar fuori una tavola sulla quale s’intravvedeva una immagine dipinta: era l’effige della Beata Vergine. Nel momento stesso in cui estrasse dal terreno l’intero quadro, il contadino si accorse che i due buoi si erano inginocchiati.

A sotterrare l'immagine furono i Cavalieri Teutonici (CURIOSITA': i cavalieri portavano un mantello bianco con impressa una croce nera come riconoscimento!!) i quali posero sull'altare per venerarla l'Icone di Maria Santissima della Manna ma, incalzati dalla furia dei pirati, dovettero lasciare la città e decisero di nascondere la Sacra Immagine in una buca scavata dietro l'altare ad una profondità di circa un metro. Dal suo ritrovamento i terranovesi venerano questa sacra Icone che ha sempre operato miracoli e protetto, particolarmente, i figli di questa città. Quando i marinai terranovesi parteciparono in aiuto dei veneziani alla battaglia di Lepanto (avvenuta nel 7 ottobre 1571) invocarono il nome della nostra Celeste Patrona e furono salvi. L'undici gennaio delle 1693 Maria Santissima d'alemanna Salvo Terranova dal terremoto, tanto che ancora oggi il popolo canta inneggiando a Maria:



                                                                            "All’unnici ‘i jnnaru 
a vintun’ura 
Si vitti e nun si vitti 
Terranova;
S'unn’era ppì Maria, 
Nostra Signura
Sutta li petri fussi Terranova."




La festa in onore della Patrona, che si celebra solennemente l'8 settembre di ogni anno, si chiamava grande affluenza di popolo, non solo di Terranova, ma anche dei paesi viciniori. Il senso religioso non è ancora caduta in disuso, Anzi a Gela oggi il culto e l'amore per la nostra Patrona sono del tutto integri nonostante i tempi disumani che viviamo. da secoli le donne di Terranova nel mese di maggio, dedicato alla Madonna sogliono riunirsi tutti i pomeriggi nelle case per inneggiare la Madonna dell'Alemanna con un canto popolare che tuttora si sente levare così:











"Salvi a vui Regina 
Maria d'Alemanna 
ccu vui duci cumpagna 
chi siti a matri nostra
stu Diu lla fattu apposta
do'n mari di rricchizza
nn'cielu ppe so bbiddizzi
triunfa e gloria.
Duci su li modi
di chista damigella
spusa cch'è tanta bbedda
di lu Spirdu Santu
e sutta lu so mantu
cci abbraccia sta Matrona
virgini Maria di Lamanna
ricca di gloria.
U vostru divotu popullu
a vvui si raccumanna
e tutti vi cunfira
Vui siti a Sirafina
chi cci cunnuci
nn'cielu.

Ora a paci è granni
c'avemmu a sta Matrona
Virgini MAria di Lamanna
ricca di gloria. 
N'mmezzu 'a parma
e u ggigghiu 
ccu l'Angili si sparma
Virgini Maria di Lamanna
sfera do nostru cori.
Virgini bedda
'dda nostra vita
vui siti a stidda,
n'mmezzu li timpesti,
Virgini bedda 
di cui vi chiama
siti matri d'amuri.
Semmu piccaturi
ma figghi vostri
Maria di Lamanna
prjati ppi nnui."


La superiore preghiera è stata dettata dall'ottantaquattrenne signora Maddalena Monreale, animatrice dei canti in onore della Santa Patrona, nel vecchio quartiere di San Giovanni.







Spero vi sia piaciuto il mio articolo, buonaserata! XXX

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