La storia di Gela
Essa sorge al centro di un ampio golfo che si affaccia sul mar Mediterraneo e si estende fra Capo Scaramia ad Est e Licata ad Ovest. La città anticamente occupava la sommità di una collina di forma allungata, parallela alla costa per 4 chilometri con una larghezza massima di 600 metri e che si eleva per 54 metri sul livello del mare. Attorno a Gela si estende una vasta e fertile pianura attraversata da corsi d'acqua, uno dei quali è il Gela con l'affluente Maraglio, che limita ad Est la regione da sempre destinata a coltivazione di cereali e di legumi. Ad Ovest, invece, la pianura è chiusa dal fiume Salso, l'antico Himeras, un tempo navigabile come il Gela ma che tuttavia oggi sono di portata ridotta.
Sia la collina che la regione circostante risultano abitate già dall'età del mare e soprattutto durante il periodo del bronzo antico, quando vi si stabilirono gruppi di agricoltori abitanti in piccoli villaggi di capanne.
Secondo Tucidide, Gela fu fondata dai Rodio-Cretesi guidati rispettivamente da Antifemo ed Entimo,i quali giunsero sul territorio gelese nel 689-688 a.C., quarantacinque anni dopo la fondazione di Siracusa. Secondo tale poeta la città prese il nome dal vicino fiume, tuttavia secondo altri storici l'etimologia deriverebbe proprio dai fondatori, i quali denominarono la città con il termine "Bela", mutando la B in G secondo il loro dialetto.
Qualche anno dopo la fondazione, i Rodio-Cretesi intrapreso un progetto espansionistico che si concluse ad Ovest con la fondazione di Akrages (Agrigento) nel 580 a.C., che garantì loro il controllo dell' Halykos (Platani), mentre più a nord essi occuparono i territori solcati dall' Halykos (Salso).
Tra il VI e il V secolo a.C., Gela fu protagonista di molti eventi storici: essa fu oggetto di dominazione dei tiranni Ippocrate, Cleandro e poi da Gelone, i quali riuscirono a incrementare l'economia gelese, imponendo la propria supremazia sulle poleis siceliote della costa orientale e sullo Stretto. Nel 405 a.C. Gela fu tuttavia distrutta dai Cartaginesi e molti dei suoi abitanti per sfuggire dalla guerra abbandonarono le proprie case, la propria città.
Nella seconda metà del IV secolo a.C. Gela venne ripopolata per opera del condottiero corinzio Timoleonte. La città fu ricostruita ed ampliata nel settore occidentale della collina (Capo Soprano), la quale fu densamente abitata fino al 282 a.C., cioè quando il tiranno agrigentino Phintias demolì le mura di fortificazione, radendo al suolo ogni cosa e deportando i Geloi a Finziade (Licata). Dopo l'accaduto, Gela rimase inabitata fino al 1233, quando Federico II di Svevia fondò "Heraclea", chiamata poi "Terranova". Tale denominazione fu mantenuta fino al 1927, anno in cui la città verrà rinominata "Gela".
Oggi la città si presenta come un vasto agglomeramento di case limitato ad Est da un moderno complesso industriale che ha alternato l'ambiente. Tuttavia Gela è una città in continua evoluzione, attraverso il piano di risanamento del proprio impianto urbanistico e di riqualificazione del proprio paesaggio nel tentativo di far riemergere le valenze culturali e ambientali che da sempre l'hanno connotata
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